(21 01 2011)
Idee aggiornate sull'integrazione europea, ne parla un nuovo volume. Al centro il tema della necessità della Costituzione per il Continente, una sfida che con il tempo si vincerà
Il processo di integrazione europea va avanti lentamente. La pubblicistica sul tema è molto vasta e il 20 gennaio 2011 la Facoltà di Scienze Politiche della Sapienza ha dedicato alcune ore alla presentazione del volume "Europa 2.0. Prospettive ed evoluzione del sogno europeo". Il libro prende in considerazione il tema dal punto di vista giuridico, politico, comunicativo e sociale. Si tratta di una serie di saggi che considerano l'attualità della materia per la comunità degli Stati, inizialmente 6 ed oggi 27, membri della Comunità europea. Perché 2.0?
Oggi l'Europa non è più solo questo. Anzi, come afferma il prof. Fulco Lanchester, le crisi, quale quella attuale, aprono prospettive di ulteriore crescita e definizione del processo politico europeo. L'Europa, osteggiata dalle forze nazionaliste e sostenuta dalle "anime belle" che hanno coltivato il sogno di un continente dotato di una sua forza e autonomia politica, è oggi una necessità. Tanto se si vuole difendere le conquiste del modello sociale affermatosi nei diversi Stati, quanto se si vuole disporre ancora di difese rispetto alla invadenza dei mercati e della finanza, il Continente ha bisogno di una Costituzione. Come e quando ciò si verificherà in senso pieno e completo resta un punto di domanda tuttora aperto, perché l'Europa ha una sua struttura istituzionale, ma risulta ancora solo parzialmente in grado di far sentire la sua presenza ai cittadini. Negli anni, tuttavia, proprio di fronte alla delicata congiuntura socio - economica internazionale, ha visto crescere la sua legittimazione. Rispetto al 2005, anno della bocciatura del Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa in Francia e Olanda, si sono avuti passi in avanti, con la semplificazione della sua architettura nella sintesi del Trattato di Lisbona, in vigore dal 2008. Questo Trattato porta alcuni passi in avanti sul tema della trasparenza e dei meccanismi di funzionamento interno, per esempio con l'istituzione dell'Alto Rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza Comune. Ma per funzionare in senso pieno, l'Europa, secondo l'opinione di molti autori del volume, tra cui Luciana Castellina, ha bisogno di non essere più solo un mercato, ma di avere capacità di governo, partendo dalla valorizzazione della sua identità. Gli studiosi hanno il compito di registrare i passi in avanti di questo processo, a partire dal mutamento giornaliero da cui è interessata e che sembra non essere del tutto compreso come fonte di vitalità.
Per come emerge dagli atti del convegno in questione, l'Europa sembra avere una sua capacità di apprendere dai propri errori e andare avanti, anche se con tempi lenti e tra molti veti. Non tutti sono d'accordo sulle linee fissate da istituzioni forse troppo centrate su Bruxelles e meno presenti nelle capitali europee. Tuttavia, come ha già affermato Valéry Giscard D'Estaing, arriverà un grande atto unico e fondatore, per una Europa costituzionalizzata e in grado di rispondere efficacemente alle sfide della globalizzazione, rispetto alla quale la struttura dello Stato nazione appare in via di sbriciolamento. La difesa rispetto ad una deriva che può portare gli Stati membri ad essere troppo deboli rispetto alle forze globali in gioco è proprio nell'integrazione tra di loro. Altrimenti, si sarà del tutto incapaci di controbilanciare il peso di superpotenze come la Russia, la Cina, gli Stati Uniti e gli equilibri planetari potranno risentirne.
Che interesse può avere questo tema per chi si occupa di comunicazione? Un interesse prioritario. L'Europa gioca la sua partita comunicativa non solo in ambito giornalistico, ma soprattutto tra i suoi cittadini, per la conoscenza di quanto si verifica in Europa e di quali ne siano i vantaggi. Può essere utile sapere che la comunicazione sul tema abbonda, ma che spesso non si è al corrente della vastità di iniziative che l'Europa propone. La comunicazione sull'Europa è spesso de-territorializzata e mette in discussione stili informativi routinari, perché la sua cifra distintiva è più quella dell'emergenza. Proprio per queste sue peculiarità è un tema il cui studio certamente porterà a nuove scoperte in campo comunicativo. Per esempio, dato il processo costituente, sarà interessante scoprire, nel corso del tempo, come i cittadini avranno contribuito, proprio sul versante della comunicazione, a costruire l'Europa con il dibattito e il dialogo. Se questa ricerca avrà dato risultati positivi dal punto di vista della capacità dei cittadini di offrire un contributo apprezzabile, vorrà dire che non sono solo le lobby a trainare i processi decisionali europei. In caso contrario, si avrà una conferma del fatto che l'Europa va resa ancora più trasparente e che non ha ancora raggiunto il suo livello di funzionamento ottimale, possibile solo a patto che la popolazione si senta rappresentata e si riconosca nelle istituzioni europee.
Fonte:
http://www.comuniclab.it/79579/non-si-sa-quando-ma-la-costituzione-europea-arriver