lunedì 7 febbraio 2011

Non si sa quando, ma la Costituzione europea arriverà

LANCHESTER: L'EUROPA È UNA NECESSITÀ

di MASSIMILIANO NESPOLA (21 01 2011)
Foto di: Massimiliano Nespola

Idee aggiornate sull'integrazione europea, ne parla un nuovo volume. Al centro il tema della necessità della Costituzione per il Continente, una sfida che con il tempo si vincerà

Parole chiave: costituzione europea comunicazione europa 2.0 lisbona lanchester bruxelles

Il processo di integrazione europea va avanti lentamente. La pubblicistica sul tema è molto vasta e il 20 gennaio 2011 la Facoltà di Scienze Politiche della Sapienza ha dedicato alcune ore alla presentazione del volume "Europa 2.0. Prospettive ed evoluzione del sogno europeo". Il libro prende in considerazione il tema dal punto di vista giuridico, politico, comunicativo e sociale. Si tratta di una serie di saggi che considerano l'attualità della materia per la comunità degli Stati, inizialmente 6 ed oggi 27, membri della Comunità europea. Perché 2.0?
Leggere l'Europa in questi termini fa immaginare che ci sia stato un prima ed un poi rispetto al quale sia avvenuta una trasformazione. Ed effettivamente, ci sono state trasformazioni storiche istituzionali nella definizione di che cosa sia l'Europa oggi e cosa rappresenti per i suoi cittadini. Si sono modificate le sue dimensioni, laddove inizialmente l'Europa era stata una unione ristretta tra i Paesi usciti dalla guerra e desiderosi di cooperare per la ripresa economica.

Oggi l'Europa non è più solo questo. Anzi, come afferma il prof. Fulco Lanchester, le crisi, quale quella attuale, aprono prospettive di ulteriore crescita e definizione del processo politico europeo. L'Europa, osteggiata dalle forze nazionaliste e sostenuta dalle "anime belle" che hanno coltivato il sogno di un continente dotato di una sua forza e autonomia politica, è oggi una necessità. Tanto se si vuole difendere le conquiste del modello sociale affermatosi nei diversi Stati, quanto se si vuole disporre ancora di difese rispetto alla invadenza dei mercati e della finanza, il Continente ha bisogno di una Costituzione. Come e quando ciò si verificherà in senso pieno e completo resta un punto di domanda tuttora aperto, perché l'Europa ha una sua struttura istituzionale, ma risulta ancora solo parzialmente in grado di far sentire la sua presenza ai cittadini. Negli anni, tuttavia, proprio di fronte alla delicata congiuntura socio - economica internazionale, ha visto crescere la sua legittimazione. Rispetto al 2005, anno della bocciatura del Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa in Francia e Olanda, si sono avuti passi in avanti, con la semplificazione della sua architettura nella sintesi del Trattato di Lisbona, in vigore dal 2008. Questo Trattato porta alcuni passi in avanti sul tema della trasparenza e dei meccanismi di funzionamento interno, per esempio con l'istituzione dell'Alto Rappresentante per la Politica Estera e di Sicurezza Comune. Ma per funzionare in senso pieno, l'Europa, secondo l'opinione di molti autori del volume, tra cui Luciana Castellina, ha bisogno di non essere più solo un mercato, ma di avere capacità di governo, partendo dalla valorizzazione della sua identità. Gli studiosi hanno il compito di registrare i passi in avanti di questo processo, a partire dal mutamento giornaliero da cui è interessata e che sembra non essere del tutto compreso come fonte di vitalità.

Per come emerge dagli atti del convegno in questione, l'Europa sembra avere una sua capacità di apprendere dai propri errori e andare avanti, anche se con tempi lenti e tra molti veti. Non tutti sono d'accordo sulle linee fissate da istituzioni forse troppo centrate su Bruxelles e meno presenti nelle capitali europee. Tuttavia, come ha già affermato Valéry Giscard D'Estaing, arriverà un grande atto unico e fondatore, per una Europa costituzionalizzata e in grado di rispondere efficacemente alle sfide della globalizzazione, rispetto alla quale la struttura dello Stato nazione appare in via di sbriciolamento. La difesa rispetto ad una deriva che può portare gli Stati membri ad essere troppo deboli rispetto alle forze globali in gioco è proprio nell'integrazione tra di loro. Altrimenti, si sarà del tutto incapaci di controbilanciare il peso di superpotenze come la Russia, la Cina, gli Stati Uniti e gli equilibri planetari potranno risentirne.

Che interesse può avere questo tema per chi si occupa di comunicazione? Un interesse prioritario. L'Europa gioca la sua partita comunicativa non solo in ambito giornalistico, ma soprattutto tra i suoi cittadini, per la conoscenza di quanto si verifica in Europa e di quali ne siano i vantaggi. Può essere utile sapere che la comunicazione sul tema abbonda, ma che spesso non si è al corrente della vastità di iniziative che l'Europa propone. La comunicazione sull'Europa è spesso de-territorializzata e mette in discussione stili informativi routinari, perché la sua cifra distintiva è più quella dell'emergenza. Proprio per queste sue peculiarità è un tema il cui studio certamente porterà a nuove scoperte in campo comunicativo. Per esempio, dato il processo costituente, sarà interessante scoprire, nel corso del tempo, come i cittadini avranno contribuito, proprio sul versante della comunicazione, a costruire l'Europa con il dibattito e il dialogo. Se questa ricerca avrà dato risultati positivi dal punto di vista della capacità dei cittadini di offrire un contributo apprezzabile, vorrà dire che non sono solo le lobby a trainare i processi decisionali europei. In caso contrario, si avrà una conferma del fatto che l'Europa va resa ancora più trasparente e che non ha ancora raggiunto il suo livello di funzionamento ottimale, possibile solo a patto che la popolazione si senta rappresentata e si riconosca nelle istituzioni europee.

Fonte:
http://www.comuniclab.it/79579/non-si-sa-quando-ma-la-costituzione-europea-arriver

mercoledì 12 gennaio 2011

Un'altra idea di Europa - Presentazione a La Sapienza

Giovedì 20 gennaio 2011, ore 15.30
Sala delle Lauree, Facoltà di Scienze Politiche,
Università di Roma, "La Sapienza"

Un’altra idea di Europa


Discussione a partire dal volume

Europa 2.0. Prospettive ed evoluzione del sogno europeo.

A cura di Nicola Vallinoto, Simone Vannuccini, Ombre corte, 2010


Ne discutono:

Adalgiso Amendola, Alberto Aubert, Federica Giardini, Fulco Lanchester



Partecipano tra gli altri:

Paolo Acunzo, Giuseppe Allegri, Franco Berardi Bifo, Giuseppe Bronzini, Roberto Ciccarelli, Raffaella Chiodo, Arturo Di Corinto, Chiara Giorgi, Alessandro Guerra, Andrea Marchili, Roberto Musacchio, Catia Papa, Franco Russo, Michele Surdi, Nicola Vallinoto.

Promuove e sostiene:

Re_Lab_Ind ‐ Rete Laboratori Indipendenti

domenica 7 novembre 2010

Presentazione Europa 2.0 a Quartu S.Elena il 12 novembre

Venerdì 12 Novembre 2010 - Ore 17,00

Quartu Sant’Elena – Viale Colombo 169/D

Aula Magna Università della Terza Età

Presentazione libro e incontro di dibattito

Federalismo: Scenari attuali e prospettive di sviluppo in Europa, Italia e Sardegna

L'incontro inizierà con una breve relazione sulla teoria del federalismo e dei suoi risvolti locali e internazionali svolta da Valentina Usai - Segretario politico della sezione di Cagliari e membro del Comitato centrale del Movimento Federalista Europeo (www.mfe.it)

Seguirà la presentazione del libro "Europa 2.0 - Prospettive ed evoluzioni del sogno europeo" pubblicato a maggio 2010 edito da Ombre Corte che è un volume collettivo a cura di Nicola Vallinoto e Simone Vannuccini, con una prefazione di Alessandro Cavalli (Università di Pavia) ed una postfazione di Daniel Cohn Bendit (Parlamentare europeo).

La presentazione sarà svolta da Antonio Uda (già Segretario Generale FNP CISL), da uno dei curatori Nicola Vallinoto (dirigente del Movimento Federalista Europeo e membro del Council del Word Federalist Movement) e da Franco Uda (Presidente regionale ARCI Sardegna e componente della Presidenza nazionale).

Seguirà il dibattito con domande dal pubblico e interventi di associazioni della società civile.

In occasione dell’evento sarà distribuito materiale informativo sul federalismo e sul Processo d'integrazione europea e sarà possibile acquistare il libro presentato

sabato 30 ottobre 2010

Europa 2.0: il confronto tra istituzioni politiche e società civile (resoconto della presentazione di Genova

Alla Passeggiata Librò Caffè in occasione della presentazione del libro Europa 2.0 è andato in scena un interessante dibattito sul rapporto tra istituzioni e partecipazione dei cittadini alla 'cosa pubblica'. Sergio Cofferati: "Partecipazione dei cittadini solo se oraganizzata e legittima"

Vecchia storia quella dell’Europa che non c’è, dell’Europa che non emoziona e non è nel sentire comune dei cittadini. Vecchia storia quella del continuare a essere solo francesi, tedeschi o italiani. Il dato di fatto è che l’Unione ad oggi esiste solo nell’economia; l’approccio funzionalista che ha guidato i processi comunitari di questi anni non è mai stato superato da quello politico. I cittadini non si sentono partecipi della politica dell’Unione verso la quale si manifesta spesso indifferenza, o talvolta aperto dissenso come nei casi di Francia, Olanda e Irlanda. Di questo e di altro si è parlato alla Passeggiata Libro Caffè in occasione della presentazione di Europa 2.0, volume a cura di Nicola Vallinoto e Simone Vannuccini, edito da Ombre Corte, che si è avvalso della collaborazione di svariati scrittori, politici e intellettuali come Vittorio Agnoletto e Giovanni Allegretti solo per citarne due. Per l’occasione ospite d’eccezione è stato l’europarlamentare del PD Sergio Cofferati, invitato ad esprimere il punto di vista della politica istituzionale nell’acceso confronto con le forze della società civile.

Il titolo Europa 2.0, preso in prestito dalla terminologia informatica, non è stato scelto casualmente dagli autori ma, come nel linguaggio tecnico dei computer, anche in questo caso identifica l’idea di cambiamento. In che direzione cambiare? Come spiegato da Nicola Vallinoto “a cambiare deve essere l’approccio della politica. Le regole costituzionali, teatro dei principali insuccessi dell’Unione in questi anni, devono essere condivise e discusse dal basso con le forze vive della società civile”. Tuttavia su questo tema si è spesso registrata l’ostilità della classi politiche, restie a cedere potere contrattuale e rappresentanza in favore di soggetti non istituzionali, come quelli della variegata galassia della società civile. L’idea di Cofferati in proposito è sembrata del tutto chiara: “Ho grande considerazione della società civile ma non cadiamo in facili buonismi. Dalla mia posizione sono disposto a cedere parte della mia sovranità politica, ma solo in favore di soggetti che siano altrettanto rappresentanti di una determinata realtà. La partecipazione dei cittadini è ben accetta ma nei limiti in cui sia organizzata e soprattutto legittima. Non tutte le manifestazioni provenienti dalla società civile sono all’altezza di questa sfida”. Propositi che non fanno sorridere del tutto i simpatizzanti dei movimenti e coloro che lavorano con l’eterogeneo mondo dell’associazionismo. Quali infatti i criteri per decidere chi sia sufficientemente rappresentante da essere preso in considerazione dalle forze politiche istituzionali? La risposta non appare ancora chiara, mentre l’autoreferenzialità della politica continua a manifestarsi lampante anche nelle forze che, almeno in teoria, dovrebbero rappresentare la faccia progressista.

L’Unione di oggi non è un organismo “politico”. Non decolla una linea comune in politica estera, spesso subalterna a quella degli Stati Uniti o espressa in forme di free rider come quelle assunte dalla Francia, o ancor più di recente dal governo Berlusconi. Ma c’è di più nel momento di difficoltà dell’Europa; basti pensare al problema ambientale, che da anni i governi europei cercano di imporre come questione nelle agende politiche di Cina e Usa nella speranza di poter vincolare le due grandi potenze a politiche di eco-sostenibilità. La recente Conferenza di Copenaghen ha dimostrato tutta la debolezza dell’intermediazione delle forze europee.

A questa situazione si aggiunga la perdurante assenza di partecipazione dei cittadini. Come sottolineato da Vallinoto occorre “dire basta a un’Europa costruita dall’alto; è l’unica ricetta per sentirsi europei e per affiancare alle decisioni della politica l’indispensabile sostegno delle forze produttive della società civile”. Un’Unione che, ancora una volta, si muove a più velocità con processi di unificazione differenziati.

Genova, 29 ottobre 2010


Autori:
Mauro Giuffrè