martedì 18 maggio 2010

L’Europa ed il commercio internazionale

Anticipazione dal volume collettivo "Europa 2.0 prospettive ed evoluzioni del sogno europeo", Nicola Vallinoto e Simone Vannuccini (a cura di), ombre corte, Verona, maggio 2010.

L’Europa ed il commercio internazionale

di Alberto Zoratti e Monica Di Sisto*

“La forza economica in casa è essenziale per una forte voce europea nel mondo. Il commercio è indispensabile per creare e sostenere questa forza. Un'economia globale in mutamento ha bisogno di una nuova politica commerciale. Un mercato aperto non è solamente riduzione delle tariffe, si tratta di un mercato in cui le imprese europee ricevono un trattamento equo, con libertà di concorrenza e protezione giuridica. La politica europea ha bisogno di essere chiara: rifiuto del protezionismo in casa, attivismo per l’apertura dei mercati all'estero”. Era il 4 ottobre 2006 e Peter Mandelson, allora Commissario al commercio per l’intera Unione, così commentava la nuova cornice in cui si sarebbe inserita l’Europa del terzo millennio.

“Global Europe: competing in the world” non sarebbe stata solamente una buona intenzione, ma avrebbe significato un deciso cambiamento di rotta della politica commerciale globale della vecchia Europa, a poco meno di un anno dalla “Ministeriale” dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (Wto) di Hong Kong (dicembre 2005). La filosofia di fondo della direzione impressa da Mandelson, coerente con la linea dettata dal commissario precedente Pascal Lamy (oggi Direttore generale della Wto), è più che mai semplice quanto diretta: per poter rafforzare i fondamentali dell’economia interna europea, una delle ricette sostanziali è trasformarsi in un competitore globale capace di promuovere e difendere attivamente gli interessi delle imprese e delle multinazionali europee in giro per il mondo.

Un obiettivo che non può essere raggiunto facilmente con gli strumenti già disponibili, ma che richiede un aggiornamento nelle strategie e nell’armamentario a disposizione. La Wto, e così l’ambito multilaterale, hanno dimostrato limiti apparentemente insormontabili: dal 1999, anno in cui il Millennium Round, il negoziato del millennio sulle liberalizzazioni, fallisce ancora prima di iniziare nella fredda Seattle, i passi fatti nella direzione di una progressiva liberalizzazione dei mercati globali sono pochi ed instabili.

Continua nel libro Europa 2.0

* ALBERTO ZORATTI, biologo e giornalista freelance. Fondatore di “Fair”. Presidente di Fairwatch. Già vicepresidente dell’Assemblea generale italiana del commercio equo e solidale. Ha promosso le campagne “MobiliTebio” e “Questo Mondo Non è in Vendita”. Portavoce di Rete Lilliput nel Genova Social Forum al G8 del 2001. Scrive su “Altreconomia” e “Carta”. Tra i suoi libri: Fermiamo Mr Burns (Arianna, 2008) e Il voto nel portafoglio (Il Margine, 2009). Siti: www.faircoop.it.

** MONICA DI SISTO, giornalista. Collabora con l’Agenzia Asca, con quotidiani e periodici (Carta, Altreconomia, Rocca). Vicepresidente di Fair e responsabile per le campagne sull’Organizzazione Mondiale del Commercio e sull’economia internazionale. Tra i fondatori dell’Associazione Fairwatch. Tra le sue pubblicazioni: WTO (Emi, 2005) e Il voto nel portafoglio. Cambiare consumo e risparmio per cambiare l’economia (Il Margine, 2009). Sito: www.faircoop.it.

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