venerdì 28 maggio 2010

Verso un modello sociale europeo adeguato ad affrontare i rischi del XXI secolo

Anticipazione dal volume collettivo "Europa 2.0 prospettive ed evoluzioni del sogno europeo", Nicola Vallinoto e Simone Vannuccini (a cura di), ombre corte, Verona, maggio 2010.

Verso un modello sociale europeo adeguato ad affrontare i rischi del XXI secolo


di Grazia Borgna*

Il modello di sviluppo neoliberista di ispirazione americana che ha condotto fin qui la globalizzazione e che ha portato alla crisi globale attuale è stato fallimentare. Non ha reso compatibile lo sviluppo economico con la pace, il rispetto dei diritti sociali e dell‘equilibrio ecologico del pianeta. L’ideologia neoliberista mutuata dagli Usa, fondata sui presunti benefici che deriverebbero dallo smantellamento dello stato sociale va dunque contrastata ricreando un sistema europeo di protezione sociale e di sicurezza articolato ai livelli continentale, nazionale, regionale e locale. Un sistema federale nel quale l’Unione europea (Ue), si assuma le proprie responsabilità in ordine alla promozione, al coordinamento e all’attuazione delle politiche perequative necessarie a realizzare un nuovo “modello sociale europeo” (Mse).

È necessario rilevare che seguire la pura logica del mercato autoregolato ha indotto in alcuni casi a confondere la modernizzazione con la privatizzazione e a ignorare che ci sono servizi che, se privatizzati, non permettono di rispettare i requisiti minimi di sicurezza e di utilità. Le distorsioni ambientali e sociali di questo modello di sviluppo, realizzatosi senza controllo democratico, si sono improvvisamente aggravate sfociando in una crisi globale finanziaria ed economica catastrofica che, senza drastiche misure correttive, rischia di colpire solo le fasce più deboli della popolazione.
Il costo economico, ambientale e sociale derivante dallo svuotamento delle regole predisposte al controllo democratico dello sviluppo è stato rilevante. La crisi del welfare che ne è derivata, rischia di diventare una minaccia per la stessa democrazia in quanto la crescita delle disuguaglianze determina un aumento della povertà e dell’esclusione e, di conseguenza, della conflittualità. Mette a rischio la coesione sociale. Sarebbe molto grave se agli inizi della ripresa venisse riproposto lo stesso sistema che ci ha condotto alla crisi economico-finanziaria mondiale.
È ormai riconosciuta da molti la necessità di un deciso cambiamento di rotta verso un modello di sviluppo mondiale sorretto e guidato da un nuovo assetto multipolare del mondo, un assetto più democratico e flessibile che permetta integrazione sociale e responsabilità collettiva.

L’Ue può e deve assumere in questo cambiamento un ruolo cruciale. Deve contribuire a costruire un nuovo equilibrio mondiale fondato sulla cooperazione di tutte le altre regioni del mondo e teso alla realizzazione congiunta di un modello di sviluppo capace di ristabilire il controllo democratico sulle scelte economiche, di sanare gli attuali squilibri sociali e ambientali e di mostrare che è possibile coniugare sviluppo economico e coesione sociale, mercato e protezione sociale, valorizzazione della persona e sostegno ai bisogni collettivi.

Continua nel libro Europa 2.0

GRAZIA BORGNA, direttrice del Centro Einstein di Studi Internazionali di Torino. Dirigente del Movimento Federalista Europeo. Ha promosso le Campagne per l’elezione a suffragio universale del Parlamento europeo, per l’euro e per la Costituzione federale europea. Ha curato il volume Il modello sociale nella costituzione europea (Il Mulino, 2004). Ha contribuito con un saggio al volume Il ruolo dell’Europa nel mondo (Alpina, 2007). Sito: www.centroeinstein.it.

Nessun commento:

Posta un commento